L’ordinanza del 3 settembre 2022 del Tribunale ordinario di Roma ha riconosciuto la cittadinanza italiana per apolidia di fatto ad una bambina nata in Italia nel 2018 da madre paraguayana e padre ignoto.
Al momento della nascita, la madre della bambina ha richiesto all’ambasciata del Paraguay il riconoscimento della figlia come cittadina paraguayana, ed il conseguente rilascio del passaporto, ricevendo però un rifiuto.
Secondo l’art. 146 della Costituzione del Paraguay, sono di nazionalità paraguaiana naturale: “I figli di madre o padre paraguaiani nati all’estero, quando risiedono nella Repubblica di Paraguay in forma permanente”.
Dunque, il trasferimento in Paraguay sarebbe stata l’unica via percorribile dalla bambina per ottenere la cittadinanza paraguayana dalla madre. Inoltre, essendo figlia di padre ignoto, non aveva potuto acquisire nessun’altra cittadinanza, risultando quindi apolide.
Secondo l’art. 1 co. 1 lett. B) l. 91/92, è cittadino italiano per nascita “chi è nato nel territorio della Repubblica se entrambi i genitori sono ignoti o apolidi, ovvero se il figlio non segue la cittadinanza dei genitori secondo la legge dello Stato al quale questi appartengono”.
Nel maggio 2021, ai sensi dell’art. 1 co. 1 lett. B) l. 91/92 sopra citato, la madre ha richiesto il riconoscimento della cittadinanza italiana per la figlia apolide di fronte al Tribunale ordinario di Roma, il quale ha considerato eccessivo il necessario trasferimento in Paraguay della bambina al fine dell’ottenimento della cittadinanza, come previsto dalla Costituzione paraguayana. Di conseguenza è stato dichiarato che il caso rientrava nell’ambito di applicazione dell’art. 1 co. 1 lett. B) 1. 91/92.
La domanda di riconoscimento di cittadinanza italiana in favore della bambina è stata dunque accolta, e la bambina dichiarata cittadina italiana con la ordinanza dello scorso 3 settembre 2022.
Il diritto alla nazionalità è materia di numerosi trattati internazionali, primo fra tutti la Convenzione Europea sulla Nazionalità, basata su principi di non discriminazione e prevenzione dell’apolidia.
Tale diritto costituisce una parte fondante dell’identità sociale, ed è considerato essenziale affinché l’individuo possa godere di altri importanti diritti come l’accesso all’istruzione, all’occupazione, all’assistenza sanitaria e alla libertà di movimento.
Alla base dell’apolidia ci sono difficoltà legate a leggi statali sulla nazionalità, successione statale, spostamento forzato, movimenti di migrazione contemporanei e passati, problemi di registrazione delle nascite e problemi con pratiche amministrative.
Secondo l’UNHCR (Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati) in Europa si contano oltre mezzo milione di apolidi o soggetti con nazionalità incerta.
Tra questi, gli apolidi in Italia sarebbero tra i 3.000 e 15.000, e soltanto qualche centinaio ha oggi ricevuto lo status di apolide da parte del governo italiano. Una parte sostanziale degli apolidi in Italia appartengono alla comunità Rom.
Ovunque nel mondo, la pandemia da COVID-19 ha senza dubbio aggravato le condizioni degli apolidi, già precedentemente marginalizzata e svantaggiata.
Autori: Chiara Vignali e Ylenia Iervolino
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